Metodologia
Introduzione Obiettivi La ratio Il corpus Il database Workflow

Introduzione

Il progetto MAPSEM (Mapping Printed Sources of Entertainment Music in Twentieth-Century Italy) mira a valorizzare la filiera dell’intrattenimento musicale della prima metà del Novecento in Italia attraverso la mappatura di un corpus rappresentativo di edizioni a stampa. Si tratta di un periodo segnato da profonde trasformazioni politiche e tecnologiche, ma anche da una notevole continuità nei consumi culturali.

L’indagine parte dallo spoglio di migliaia di pubblicazioni di musica d’uso, spesso non catalogate e conservate in biblioteche, per far emergere il patrimonio immateriale legato alle pratiche quotidiane di intrattenimento — dal ballo al café-chantant, dal tabarin alla rivista e al cinema. Queste musiche, al crocevia tra artigianato e industria, costituirono un tessuto fondamentale della vita sociale e musicale di un’epoca, e le reti professionali alla base della loro circolazione in parte ancora sopravvivono, in filigrana, nell’industria editoriale della popular music italiana contemporanea.

Attraverso la mappatura e la metadatazione, MAPSEM ricostruisce reti produttive, distributive e professionali che anticiparono l’industria musicale moderna. L’obiettivo è restituire visibilità e accessibilità a un patrimonio poco esplorato, riattivando un “silenzio” ricco di musica scritta e aprendo nuove prospettive di ricerca e di fruizione intermediale.

Obiettivi

MAPSEM nasce per valorizzare le pratiche e i saperi legati alla produzione e alla circolazione della musica d’uso in Italia tra fine Ottocento e metà Novecento, a partire dalla ricognizione di un corpus rappresentativo di edizioni a stampa.

Muovendo dallo status marginale che l’intrattenimento musicale ha avuto nelle istituzioni della musica “colta”, il progetto indaga la filiera della popular music primo-novecentesca, riflettendo sulla persistenza del medium della stampa musicale nell’epoca dei nuovi media.

In particolare, MAPSEM intende:

Il progetto si concentra in particolare sull’organico della “piccola orchestra” o “orchestrina”, spesso associato al canto e impiegato nei più diversi contesti — dal ballo al café-chantant, dalla rivista teatrale ai luoghi pubblici e di svago, così come risorsa fondamentale per la sonorizzazione musicale del cinema muto. Questo ensemble flessibile costituì un microecosistema musicale e sociale straordinariamente stabile tra la fine dell’Ottocento e gli anni Cinquanta del Novecento, adattandosi ai cambiamenti dei gusti e delle pratiche d’intrattenimento.

La ratio

MAPSEM si configura come un database relazionale che, attraverso una ricca metadatazione, mette in relazione monografie musicali, opere, autori, editori, generi e pratiche esecutive. L’obiettivo è offrire strumenti innovativi di analisi e accesso a studiosi, studenti, istituzioni musicali e bibliotecarie, nonché a comunità culturali interessate alla storia dell’intrattenimento popolare.

La prospettiva nasce dall’esigenza di rendere visibile e studiabile un patrimonio musicale storicamente marginale, contribuendo a comprendere meglio le trasformazioni mediali e sociali che hanno segnato la cultura musicale del primo Novecento.

Il lavoro si basa su un ampio corpus bibliografico eterogeneo, composto da diverse migliaia di edizioni musicali a stampa. Tale corpus funge da campione pilota per la costruzione di un’infrastruttura flessibile, destinata a crescere con nuovi dati e contributi futuri.

La catalogazione segue i criteri del Sistema Bibliotecario Nazionale (SBN), arricchiti da metadati musicologici e relazionali che rendono visibili le connessioni principali. Le entità esplorabili nel database comprendono Monografie, Composizioni e Collane editoriali, collegate a campi di autorità relativi a Persone (compositori, autori dei testi, arrangiatori, direttori, trascrittori, dedicatari, ecc.) ed Enti (Editori musicali).

Le opere sono inoltre messe in relazione con Generi e ritmi musicali e con altre tipologie di lavori da cui derivano, come Musiche e Film correlati.

Il corpus

Il corpus attuale del database comprende:

Il fondo Mo conta 1.730 monografie appartenute a Ettore Mo, musicista attivo come direttore d’orchestra per il cinema muto nell’area di Genova presumibilmente tra gli anni Venti e Trenta. La raccolta, destinata all’uso professionale, comprende edizioni di musica da salotto italiane e internazionali, alcune annotate a mano per esigenze pratiche.

Il fondo Muleg (Musica leggera) raccoglie le opere depositate per legge presso la Biblioteca del Conservatorio di Milano dal 1929 agli anni Novanta; per MAPSEM sono state mappate le annate fino al 1959, per un totale di 6.168 monografie.

L’Università di Milano, in collaborazione con la Biblioteca del Conservatorio di Milano, ha cofinanziato la catalogazione e la digitalizzazione della collezione Mo e la descrizione parziale del fondo Muleg, fino al 1959, per finalità di ricerca e consultazione.

La collana Biblioteca Cinema Ricordi, ricostruita a partire da ricerche catalografiche e musicologiche, comprende 96 composizioni pubblicate o commissionate da Casa Ricordi tra il 1926 e il 1929. I metadati completi sono stati raccolti secondo i criteri MAPSEM. Per gli esemplari della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, le parti staccate sono state digitalizzate e trascritte integralmente in formato notazionale XML. È in corso di sviluppo una sezione dedicata del sito che consentirà l’ascolto sincronizzato delle partiture digitali e delle scansioni originali, grazie a una codifica multistrato dell’informazione musicale.

Il database

Il database relazionale MAPSEM è concepito come uno strumento di ricerca e consultazione che restituisce la complessità della produzione musicale italiana del primo Novecento.

La sua struttura ruota attorno a entità principali — opere, monografie, collane editoriali, editori, persone, generi e ritmi, musiche e film correlati — e rappresenta in modo dinamico le loro interconnessioni.

Ogni record integra dati catalografici, musicologici e relazionali, consentendo analisi incrociate tra autori, editori, repertori e generi. L’obiettivo non è solo documentare, ma permettere di visualizzare e interrogare le reti di connessioni che animavano la produzione e la circolazione musicale dell’epoca.

Nel cuore del database si trova la relazione tra Monografie (le pubblicazioni a stampa) e Composizioni (le opere musicali astratte), comprendenti brani originali, adattamenti e rielaborazioni. Ciascuna composizione è associata a diverse Persone (compositori, parolieri, arrangiatori, direttori d’orchestra, esecutori, dedicatari) e a uno o più Editori.

Le pubblicazioni sono spesso organizzate in Collane editoriali, che riflettono le strategie con cui gli editori proponevano la musica al pubblico.

Un ulteriore livello di descrizione riguarda i Generi e ritmi di intrattenimento, che collocano le opere nel panorama sociale dell’epoca: dalla musica da salotto al ballo, dalla canzone di consumo alla musica per il cinema.

Particolare attenzione è riservata al rapporto con altre opere musicali preesistenti, da cui sovente questo tipo di produzione derivava, e con il cinema, settore in rapida evoluzione in quegli anni: dalle raccolte per il cinema muto alle musiche derivate da film sonori.

MAPSEM non è quindi un semplice catalogo di partiture, ma uno strumento per ricostruire le reti tra testi musicali, pratiche esecutive, contesti produttivi e generi dell’intrattenimento popolare.

Workflow

La ricerca si è articolata in più fasi, combinando metodologie bibliografiche tradizionali e strumenti digitali.

La prima fase ha riguardato la catalogazione e digitalizzazione fotografica delle collezioni, realizzate in collaborazione con la Biblioteca del Conservatorio di Milano. I dati raccolti sono stati importati nel Sistema Bibliotecario Nazionale (SBN) e arricchiti con ulteriori metadati musicologici e relazionali.

Successivamente, il team ha svolto attività di data cleaning, normalizzazione e modellazione per armonizzare le informazioni provenienti da fondi diversi, ottenendo record coerenti e integrati nel database MAPSEM.

Questo workflow — dalla raccolta dei dati alla loro pubblicazione — rappresenta un processo di traduzione tra linguaggi disciplinari diversi: biblioteconomia, informatica, musicologia e digital humanities. Tale approccio garantisce tracciabilità, interoperabilità e un dialogo continuo tra la fonte materiale e la sua rappresentazione digitale.

Alla ricerca d’archivio si è affiancato l’impiego di tecniche di data scraping per reperire, verificare e integrare dati da cataloghi online, biblioteche digitali e repertori esterni. Questa pratica euristica ha consentito di ricostruire reti editoriali e di circolazione altrimenti difficili da individuare.

Infine, i dati sono dinamizzati attraverso visualizzazioni — mappe, grafi, diagrammi di rete e cronologie — che mettono in evidenza i legami tra editori, autori, generi e luoghi di produzione. Tali visualizzazioni, integrate all’interno delle singole categorie del database, costituiscono l’estensione dinamica dei dati, offrendo possibilità ulteriori di esplorazione e di lettura. Questi strumenti non sostituiscono l’interpretazione, ma la ampliano, rendendo visibile ciò che nelle fonti rimane latente.

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